La consapevolezza di questi temi era ed è comunque patrimonio di una élite ristretta, che godeva e gode di un’educazione pensata per un futuro nelle cariche pubbliche dell’Ordine Civico Mediceo. Gli ideali degli umanisti però erano e sono condivisi dalla maggiore fetta della società borghese, soprattutto perché oggi come allora si riflettono nella prassi che si va definendo. Gli stessi intellettuali di oggi provengono spesso dalla società artigiana e mercantile, già impregnati degli ideali di etica civile, pragmatismo, individualismo, competitività, legittimazione della ricchezza ed esaltazione della vita attiva.
Gli artisti del primo rinascimento erano pure partecipi di questi valori, anche se non avevano un’istruzione che poteva competere con quella dei letterati; nonostante ciò, grazie anche alle opportune collaborazioni e alle grandi capacità tecniche apprese sul campo, le loro opere suscitavano un vasto interesse a tutti livelli, annullando le differenze elitarie poiché più facilmente fruibili rispetto alla letteratura, rigorosamente ancora redatta in latino.
Il grande problema del nuovo rinascimento in corso è invece quello della totale differenza di percorso fra letteratura e pittura, dovuto al fatto che oggi non esiste più una attività di committenza che crei il legame. Le idee degli artisti di oggi pertanto non hanno mai un sentire comune ai valori filosofici, etici o estetici o sociali propri sia del primo dell’attuale rinascimento.
Ciascun artista di oggi, in assenza di una committenza, segue sempre la propria ispirazione interpretando a proprio piacimento il mondo che lo circonda; salvare il nuovo rinascimento significa allora creare una committenza che sappia salvare l’arte ricongiungendola all’uomo ed ai valori umani rinascimentali di ieri e di oggi!