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Teatro

Il primo Rinascimento fu l’Età dell’oro del teatro, sia in Italia sia presso le altre corti europee. La riscoperta dei testi classici greci e latini creò una moltiplicazione e diffusione degli spettacoli teatrali che fece superare, anche se in tempi diversi, prima in Italia che nel resto d’Europa, le classiche sacre rappresentazioni diffuse ormai fin dall’inizio del Medioevo.

La presenza degli Umanisti presso tutte le corti europee fu determinante, attraverso la rimessa in scena dei capolavori di PlautoTerenzio, dei tragici greci e di Seneca, per una nuova visione dell’arte rappresentativa e per la laicizzazione del teatro.

Al centro delle feste vi sono le raffigurazioni teatrali di Angelo Beolco, detto Ruzante, e Francesco de’ Nobili, detto Chèrea, oppure di Domenico Tajacalze, Zuan Polo e Cimador. Si spazia dalla commedia regolare, alle parodie letterarie alle allegorie, dai dialoghi giocosi alle scene tragiche.Come testimoniato nei i Diarii di Marin Sanudo, tra il 1400 e il 1500 nella Repubblica di Venezia all’esterno e dentro i palazzi delle élite nobiliari e mercantili si sviluppano forme innovative di festa e d’intrattenimento, che coniugano una parte ufficiale, diffusa nelle vie cittadine, e una privata, svolta nei palazzi e destinata agli ospiti più esclusivi. I promotori di tali eventi sono le Compagnie della Calza.

Molti intellettuali riscoprirono i testi classici e li attualizzarono, come nel caso de La Mandragola (1518) di Niccolò Machiavelli e de La Calandria (1513) di Bernardo Dovizi da Bibbiena.

Il teatro classico si diffuse in tutta Europa e i testi furono spesso ripresi da vari autori: Nicholas Udall, ad esempio, mise in scena una sua versione del Miles gloriosus di Plauto tradotto in inglese col titolo Ralph Roister Doister nel 1535. La stessa commedia plautina venne rappresentata anche in Francia da Jean Antoine de Baïf, che vi aggiunse altri testi classici come Eunuchus di Terenzio e l’Antigone di Sofocle. Sempre sull’esempio del teatro greco, nell’Ungheria del sovrano-umanista Mattia CorvinoPéter Bornemisza mise in scena una sua versione dell’Elettra di Sofocle intitolata semplicemente Tragedia in lingua ungherese (1558).

Teatro Grimani a Venezia

Il teatro rinascimentale ebbe un forte sviluppo grazie anche all’applicazione delle novità pittoriche e architettoniche. La prospettiva e la ricostruzione di teatri sull’esempio di quelli greco-romani, sono alla base della costruzione del celebre Teatro Olimpico di Andrea Palladio.

Molti artisti si specializzarono nelle scenografie come Sebastiano Serlio e Baldassarre Peruzzi, altri, come Giovanni Maria Falconetto e Vincenzo Scamozzi, nel rinnovato uso degli spazi scenici non più riservati ai luoghi tradizionali. In Spagna, ad esempio, vi fu il Teatro de salon per la corte e i palazzi nobiliari e i Corrales per il pubblico pagante. In contemporanea anche in Italia nacquero teatri a pagamento soprattutto verso la seconda metà del Cinquecento, che servirono principalmente per lanciare il nuovo genere della Commedia dell’arte.

A Firenze, alla fine del XVI secolo, si gettarono le basi per una nuova forma di spettacolo: il Melodramma che in Italia ebbe fra i primi autori Claudio Monteverdi. Inizialmente si trattò di intermezzi tra un atto e l’altro delle commedie, che in seguito presero sempre più spazio sul palco fino a diventare una forma autonoma di rappresentazione, anticamente chiamata recitar cantando e che si sviluppò fino a creare delle vere e proprie opere autonome.

Il nuovo rinascimento è anch’esso particolarmente ricco di spettacoli di ogni tipo e particolarmente interessanti sono quelli basati sulle nuove tecnologie multimediali. Migliaia di pellicole cinematografiche con soggetti di ogni tipo sono state prodotte in ogni nazione. Oggi il problema è la qualità della produzione perché non essendovi alcuna forma di censura o di selezione della qualità, milioni di utenti dei social network possono pubblicare qualunque tipo di messaggio o forma di spettacolo, la qual cosa è deprimente!

Per salvare il nuovo rinascimento andrebbe promossa la qualità con concorsi e selezioni dei migliori talenti e delle migliori proposte in ogni campo dello spettacolo. Una forma particolarmente attraente di promozione potrebbe essere proprio la rivalutazione dei classici dell’era antica sulla falsa riga del primo rinascimento: l’emulazione di un periodo glorioso quale il primo rinascimento, potrebbe essere infatti  un forte stimolo nella ricerca e produzione di qualità.

Parimenti sui social network potrebbero essere inseriti dai programmatori, a seguito di disposizioni governative, dei codici di selezione della qualità e dei contenuti in genere che permettano agli utenti di ricercare produzioni di buona qualità e di valore artistico o culturale.

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